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Mai stati in Serie A

da Rincorsa, Futura Dischi, 2018

Suona avvolgente e brumoso Rincorsa, esordio dei Costiera e album tra i più di sostanza nella moltitudine di proposte di area indie pop del 2018. È un suono che tenta di trasformare la costiera amalfitana (il trio, nomen omen, è proprio di Cava dei Tirreni) in un ideale scenario da synth-wave primi anni Dieci, tra Kavinsky, Chromatics, qualcosa dei Wild Beasts, The XX per le armonie e il nostro Cosmo per i pattern ritmici. La cosa notevole è che i suoni, registrati dalla garanzia Andrea Suriani, supportano versi spesso non banali e con una certa inclinazione all’evocazione. “Mai stati in serie A” mette al centro non la fuga come condizione esistenziale ma il dubbio che dalla sua azione ne deriva, l’idea che la tensione a noi stessi connaturata ci porti costantemente verso un altrove, che in una visione idilliaca poniamo al di fuori della centralità rappresentata della metropoli, in ‘stanze di vita’ marginali e laterali (“Senza i locali giusti, tutta periferia / Senza la Feltrinelli, portami via”), è che però, se questa perplessità è fisiologica, diventi fondamentale a un certo punto fermarsi e domandarsi in virtù di quale obiettivo si stia realmente scappando: “Ma noi cos’è che stiamo cercando?”. Scelta anche come singolo, “Mai stati in serie A” diventa una gemma se associata alle suggestive immagini del video girato da Nicholas Mottola e Corinne Barlocco, in cui persone di colore sono raffigurate in un immobilismo quasi scultoreo, suggerendo, senza indicarlo per forza, un richiamo al tema della periferia dell’umano e persino alle migrazioni, quasi a immaginarsi i versi dei Costiera evaporare dai pensieri di questi individui colti in un mutismo emblematico, doloroso e colmo di vita: “Cos’è, cos’è che ci fa paura? / A volte il viaggio, a volte il viaggio è la cura”.

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