
Microchip temporale 1999-2019 – commento
La mia innocenza è tossica
Subsonica – “Microchip Temporale 1999-2019”
Articolo apparso su “Muzik”, in “FilmTv, 49/2019″
Nel 1999 Microchip emozionale ha spalancato al futuro una musica italiana ormai incapace di tradurre le vibrazioni del suo tempo. Le sue premonizioni erano cupe e persino seducenti: la delega del potere ai sistemi informatici, la fusione irreversibile tra organico e macchina, la depressione, l’ossessione della perfezione, i cieli ostili dell’Italia suburbana che si tramutava in punto di raccolta di ogni scarto dell’era neoliberista. La musica, oscura e dissonante, dal vivo era catartica e liberatoria, un’estasi temporanea per chi già si sentiva schiacciato dalle minacce cantate nei brani.
In un tempo gravido di oscuri presagi come il presente, la profezia dei Subsonica risuona forte: così per celebrare i vent’anni di Microchip la band adotta la chiave di una suggestiva sfasatura temporale, coinvolgendo artisti che hanno pressoché l’età che Samuel e soci avevano nel 1999. Tra rapper (Nitro, Ensi, Gemitaiz), neo-cantautori (Motta) e altri personaggi di confine (Willie Peyote, Myss Keta, Coma Cose), i 10 minuti più potenti del disco restano gli stessi di vent’anni fa, nell’accoppiata Discolabirinto – Il mio DJ, ieri condivise con Bluvertigo e Claudio Coccoluto e oggi con Cosmo e Achille Lauro: il primo dissolve Discolabirinto in una cavalcata tribal house ipnotica e regressiva, il secondo veste Il mio D.J. di sfrontatezza da trap-boy Capitale, lasciva e irresistibile.
Che si tratti del maxi-labirinto di un club come il Berghain, in cui il buio e il divieto di smartphone (le nuove Sonde) consente a ciascuno di essere ciò che si vuole (anche sessualmente) o della trasformazione del verso “passo la notte in questa città” in “passo la notte in questura, ma’”, entrambi i remake suggeriscono che oggi, più che nel 1999, la notte è l’ultimo avamposto della libertà, un rifugio pre-atomico dalla pervasività del neo-conservatorismo. Come in L’ultima festa di Cosmo, l’atto del puro godimento è un affronto forte come una guerriglia urbana: “Quasi quasi ti ho tradito / e mi sono divertito”.